martedì 21 febbraio 2017

Alfonso Ademollo illustre personaggio del XIX secolo in Maremma

Invito personalmente gli amministratori del Comune di Grosseto e anche quelli del Comune di Orbetello, nonché altri, a provvedere all'intestazione di una  lapide una via o di una piazza ad Alfonso Ademollo per i suoi meriti, per la dedizione alla storia, alla conservazione e alla conoscenza del patrimonio artistico e naturale di Grosseto e della sua Provincia. E' questa una lacuna da colmare al più presto riparando a quanto, ad oggi, non hanno fatto le amministrazioni del passato.

 Biografia di Alfonso Ademollo scritta da Goffredo Ademollo Valle in suo onore e ricordo il 20 giugno 2016 e aggiornato il 2 novembre 2019.

ADEMOLLO Alfonso, nipote del celebre pittore Luigi e cugino dell'altrettanto celebre pittore risorgimentale Carlo, nacque a Impruneta (Firenze), nella comunità di Galluzzo, l'8 novembre 1829 da Stefano Ademollo e la nobildonna Giuseppa Del Riccio Papi. In quel luogo il padre, medico chirurgo, curava la locale condotta medica. Gli furono imposti i nomi di Alfonso Lorenzo Maria (Negli Archivi della Curia di Firenze è testimoniato quanto segue: Fede per me infrascritto Cancelliere Archivista della Curia Arcivescovile Fiorentina, come nei Registri dei Battesimi della Chiesa Parrocchiale di S. Maria all’Impruneta della Diocesi  di Firenze apparisce ….. "1829 a dì otto novembre mille ottocento ventinove ADEMOLLO Alfonso Lorenzo Maria dell’Eccel.mo Sig. Stefano del Sig. Luigi e della Sig.ra Giuseppa del fu Sig. Cammillo Papi di questa Pieve nato ad ore 10 ½ della mattina, compare Sig. Dott. Agostino Ademollo"). Alfonso era il primogenito di sette figli. Nel 1829 il padre si trasferisce a Montepulciano (Siena) dove si tratterrà fino al 1844 per poi passare  ad Orbetello (Grosseto).  E' a Montepulciano che nacquero tutti gli altri, fratelli e sorelle, e ivi furono  battezzati : Claudio Pietro Paolo (30 giugno 1831), Ginevra Maria Domenica (8 settembre 1833), Michelina Argia (30 settembre 1835), Raffaello Antonio (1 dicembre 1837. Morto in navigazione nel 1871). Per cui anche Alfonso trascorse i suoi primi 15 anni a Montepulciano, attendendo agli studi presso il locale Collegio; concluse gli studi preuniversitari alle Scuole Pie dei Padri Scolopi dal 1843 al 1845. Nell'anno accademico 1845-1846 viene ammesso, previo esame, quale matricola di Medicina e Chirurgia all'Università di Siena. Nell'anno successivo è "Fagiolo" (studente del secondo anno di Università) sempre a Siena ove nel 1847 sostiene con plauso l'esame di Baccelliere (titolo accademico precedente quello di dottore); è piuttosto probabile che Alfonso si sia iscritto all'ateneo senese per approfittare dell'ospitalità offertagli dallo zio materno Ascanio, appunto residente a Siena, che, non avendo figli propri, era particolarmente affezionato a quelli della sorella e ad Alfonso in particolare. Il giovane Alfonso prende parte attiva a tutti i moti popolare di quel tempo che poi provocarono la guerra di indipendenza, facendo propaganda di idee liberali e belliche, specialmente nel periodo in cui il padre si trovava domiciliato ad Orbetello. Nel 1848, a soli 19 anni, lasciati temporaneamente i banchi e gli studi nell'ateneo senese, si arruola nella Guardia Universitaria Senese (che poi, dopo la fusione di Pontremoli con gli studenti pisani, diventerà Battaglione universitario Toscano) e combatte, seguendo i principi liberali della sua intera famiglia, insieme a sette suoi cugini, a Curtatone, nella IV Compagnia col grado di Caporale; qui  il 29 maggio, rimasto attardato ed isolato sul fianco sinistro del campo di battaglia, non essendo pervenuto alla compagnia l’ordine di ritirarsi, viene fatto prigioniero ed internato a Theresienstadt (Terezin nell’attuale Repubblica Ceca) da dove verrà rilasciato, dopo l’armistizio di Salasco, il 10 ottobre dello stesso anno.
Degli  eventi soprarichiamati (viaggio da Siena ai campi lombardi, battaglia di Curtatone e soprattutto il lungo viaggio dei prigionieri da  Mantova a Theresienstadt) Alfonso tenne un dettagliato diario (ovvero: redasse nel 1880 un ricco resoconto riportato nel libro di G. Nerucci "Ricordi storici del Battaglione Universitario Toscano", ripreso in molti scritti di G. Catoni) al quale si rimanda in appendice, e stampò una dettagliata relazione del viaggio dei prigionieri italiani da Mantova a Theresienstadt, pieno di “gioiosi ricordi”.
Di quel periodo sussiste anche, presso l’archivio familiare,  corrispondenza tra Alfonso ed i genitori che da Orbetello lo piangevano ritenendolo defunto. Prostrato ma non domato, il successivo anno 1849 partecipa, combattendo da eroe, alla battaglia di Novara (23 marzo 1849) dopodiché si metterà alla testa del movimento liberale maremmano. Nello stesso anno 1849 riprende gli studi a Siena e il 21 giugno 1852 consegue, con plauso, la laurea dottorale in Medicina e Chirurgia all’Università di Pisa, presso la quale Alfonso si era dovuto trasferire dal 1850 in seguito alla riforma degli Atenei promossa dal Governo Granducale che concentrava a Pisa gli studi medici. La sua carriera sanitaria ha inizio nel 1853, come medico praticante, presso l’Arcispedale di S. Maria Nuova in Firenze ove, nell’agosto 1854, sostiene felicemente l’esame di abilitazione alla professione media; allo scoppio del colera (1854 – 1855) Alfonso fu prescelto per la  Direzione  del Lazzaretto di San Matteo (per i detenuti delle Murate) e poi inviato in Val d’Ambra (AR) dove il morbo si manifestava con particolare virulenza. quindi nel 1856 gli fu assegnata una delle condotte mediche di Orbetello, in coincidenza forse non casuale con il trasferimento del padre Stefano che in quell’anno lascia Orbetello per Porto Santo Stefano e che rientrerà a Firenze solo nel 1860. Nel successivo anno 1857 Alfonso diviene Vice Direttore Sanitario, e poi, dal 1861, Direttore, del R. Spedale di Grosseto permanendo nella carica fino al pensionamento (giugno 1895); qui si ammala di malaria (vedi lettera di Alfonso al padre del 26 novembre 1858) e da allora dovrà convivere con febbri e chinino. In una nota scientifica da lui scritta, pubblicata nel 1875, dove si occupava di "Quattro casi di enuresi notturna vinti col clorario-idrato", lo troviamo infatti citato come "Medico chirurgo infermiere dello Spedale di Grosseto". Ricoprì contemporaneamente anche vari incarichi: facendo parte (con “splendida” votazione) del Consiglio Comunale di Grosseto, dei Consigli provinciali Scolastico e Sanitario, del Comitato Medico provinciale (del quale diviene presidente, nei primi mesi del 1864; è del 20 marzo 1864 una relazione di Alfonso, in qualità di presidente del Comitato, nella quale sostiene la creazione di uno stabilimento “balneario - idroterapico” per la cura delle febbri intermittenti e di altre malattie intestinali, presso l’ospedale di Grosseto. ASGR, Comune di Grosseto).  E’ del 1872 la monografia "Sulle condizioni igieniche della provincia di Grosseto e sui provvedimenti da adottarsi per migliorarla " Memoria coronata dal Premio Cotta ( nome dell'allora Prefetto di Grosseto). Fu inoltre presidente dell’Arciconfraternita di Misericordia dello stesso capoluogo e giurato supplente del Tribunale civile e correzionale di Grosseto (eletto a sorte il 19 ottobre 1882). 
Alfonso fu dunque un valente medico e fu questo il lavoro che egli svolse, per professione, fino alla data della sua morte. Ben altre e più importanti opere però si accinse a compiere durante la sua vita e lo fece con grande trasporto e passione, per vera vocazione. Fu fervido scrittore e studioso di storia dell'arte e di archeologia. Abbiamo sufficienti notizie della sua vita per capirne il percorso e la complessità delle vicende che la riguardarono; della sua molteplice opera rimane quanto basta per apprezzarla. A Talamone, durante le "Estature", conosce Isolina, Isabella, Elena Beltramini che sposa, presumibilmente, nell’anno 1856. Costei, ventiduenne al matrimonio, essendo nata nella comunità elbana di Lungone (Porto Longone, l' attuale Porto Azzurro) in Parrocchia dì San Giacomo Apostolo, il 31 ottobre 1834, era la seconda dei quattro figli del medico chirurgo condotto Pietro Beltramini (coetaneo, amico e collega del padre Stefano), che esercitava a Lungone nell’isola d’Elba e poi, alla fine degli anni ’50 di quel secolo, a Talamone (la famiglia Beltramini forse era originaria dell' Isola del Giglio). Dal matrimonio nacquero due figli Lodovico e Alaide. Purtroppo un triste destino lo privò presto e prematuramente degli affetti a lui più cari. Lodovico, nato a Grosseto nel primo semestre del 1859 (lo si deduce da una lettera al padre  del 14 ottobre 1858 in cui si dice che Lodovico spunta i denti, confermata da altra del 14 aprile 1859 nella quale Alfonso scrive che Lodovico ha contratto l’influenza non bisogna né lattarlo né inoculargli il vaccino ….), secondo il nipote Umberto, muore a Grosseto all’età di circa 9 anni. Da altra lettera (del 4 luglio 1859, da Talamone) si apprende la avvenuta nascita di Alaide, Giuseppa, Giulia, Vittoria, Maria, descritta dal padre di straordinaria bellezza, occhi neri, capelli scurissimi, lunghi e sottili; purtroppo il successivo 4 agosto 1859 Alfonso scrive che Alaide è dimagrata assai ed il 19 dello stesso mese annuncia che la bambina volò al cielo a soli 61 giorni dalla nascita. 
Anche la moglie Isolina decedette ancora giovane, non avendo ancora compiuto i 38 anni, in Livorno il 24 agosto 1872 dopo lunga, insuperabile malattia.  Alla di Lei memoria Alfonso commissionò allo scultore G. Felli un monumento funebre (medaglione) che, collocato in situ nel successivo anno 1873, fu giudicato maestrevolmente scolpito e somigliante nei delineamenti tutti della defunta (“L’Ombrone, 3 novembre 1873"); Isolina era, si  direbbe oggi, donna emancipata ed impegnata nel sociale tanto che nel testamento lascia un legato di Lire 100 quale dote a fanciulle bisognose a condizione che sapessero leggere e scrivere, condizione necessaria per consentire loro una vita sufficientemente civile. Fu allora che Alfonso, ritrovatosi solo, si dedicò completamente all'attività di studioso ovviamente oltre che alla professione di medico. Attraverso una lunga, meticolosa e seria ricerca si interessò alla storia, ai monumenti, all'arte, all'architettura, alla natura della sua amatissima terra di Maremma dove egli trascorse la maggior parte della sua esistenza. Nel 1877 pubblicò "L'ornitologia maremmana", un'opera che resta, ancora oggi, unica nel panorama di studi dell' ornitologia della Provincia di Grosseto. Nell’introduzione Alfonso esprime la sua gratitudine verso il Sindaco e i Consiglieri del Comune di Grosseto, che hanno voluto collocarlo “alla direzione della sezione di Scienze Naturali, cosa per me ardua, non tanto per la molteplicità delle mie occupazioni quanto ancora per la mia pochezza. Pur nonostante accettai, perché l’uomo giammai deve ritrarsi dal campo dell’azione quando in se stesso sente la coscienza di poter fare il bene anche mediocremente.” Con un atto di squisita cortesia, Ademollo fa pervenire al sindaco ed ai consiglieri, in occasione della seduta consiliare del 28 novembre 1877, alcune copie del libro appena pubblicato, ricevendo attestazioni di stima per l’impegno profuso da lungo tempo a favore del Municipio (fonte: Archivio Storico del Comune di Grosseto).  Comunque già all'anno 1871 risaliva la sua nomina a Direttore della sezione di scienze naturali della Biblioteca-Pinacoteca-Museo del Comune di Grosseto. L’attuale gruppo ornitologico, operante presso il museo di Storia Naturale della Maremma ha assunto proprio il Suo nome a riferimento istituzionale. Il 13 Febbraio 1879 fu nominato, con Regio Decreto, Ispettore di Scavi e Monumenti della provincia di Grosseto e svolse egregiamente l'incarico. Le esperienze e le conoscenze maturate che, come egli scrisse, gli costarono "Oltre a venti anni di studio continuo, di disagi e sacrifici non comuni né ordinari", lo portarono a scrivere e  far pubblicare una complessa opera  che ancora oggi rimane unica nella trattazione del patrimonio storico-artistico e monumentale della Maremma grossetana: "I Monumenti medio-evali e moderni della Provincia di Grosseto" (Tipografia dell’Ombrone, Grosseto 1894); il libro, distintosi nel 1893 con il premio di incoraggiamento da parte del Regio Ministero della Pubblica Istruzione, rappresenta anche il suo testo maggiormente diffuso e conosciuto dagli addetti ai lavori. Alfonso Ademollo fu cofondatore del giornale periodico locale "L'Ombrone"; ne fu anche a lungo collaboratore e anche Direttore nel biennio 1876-1877. Scrisse diversi racconti storici tra i quali spiccano per importanza: "Margherita Marsili ovvero Rosselana La Turca - Racconto storico maremmano del Secolo XVI" (Tipografia Barbarulli diretta da G.Tamberlani, Grosseto 1874), "Clemente il Cossano (ovvero come da lui scritto altrove "Il Cosano") - racconto storico maremmano del Secolo I" (Tipografia di Giuseppe Barbarulli, Grosseto 1876), "Omberto Aldobrandeschi o Conte Omberto", dove si narra, in un lugubre scenario, la sua tragica fine; inoltre "La Famiglia Aldobrandesca o Aldobrandeschi " (Tipografia Barbarulli, Grosseto 1879) e "Margherita Aldobrandeschi e Pia Guastelloni ossia virtù e vizio - Scene storiche Maremmane dei secoli XIII e XIV" ( Tipografia dell'Ombrone, Grosseto 1890),  Sono da citare anche: "Monografia agraria della Provincia di Grosseto" (Tipografia Forzani e C. Roma 1884), "Vetulonia - riflessioni critiche" (Tipografia dell'Ombrone, Grosseto 1886), "Allevamento puledri relazone letta al Consiglio sanitario provinciale di Grosseto il dì 22 febbraio 1873" ( Tipografia G.Barbarulli, Grosseto 1873), una "Guida storica, geografica, archeologica del Monte Argentario", "Il Lago di Orbetello nelle epoche antiche fino a noi" ( (Tipografia Barbarulli, Grosseto 1881), e "La Cattedrale di Sovana- Cenni Storici ed Artistici" (Tipografia dell'Ombrone, Grosseto 1890). Altra sua pregevole opera è "L'Assedio di Orbetello dell'anno 1646" (Tipografia di Enrico Cappelli, Grosseto 1883), dedicata "Con il massimo compiacimento" "A quegli incliti comuni" dove i fatti si svolsero e cioè Orbetello e Monte Argentario, in segno di affezione e stima che per essi nutrì grandissime. Alfonso Ademollo scrisse anche altri racconti con lo pseudonimo "Ollomeda".  Molte di queste pubblicazioni sono chiamate opuscoli ma sono comunque da ritenersi tutti dei libri.  Si tenne sempre in contatto con il cugino Alessandro Felice Ademollo (Firenze 1826-Firenze 1891), anch'egli, per vocazione, valente e fervido scrittore, storico dell'arte e delle tradizioni popolari toscane e italiane, musicologo e giornalista e anche con il cugino Carlo Ademollo (Firenze 1825 - Firenze 1911), famoso pittore risorgimentale, nominato dal Re d'Italia pittore d'Armata nel 1866 e nel 1869 eletto professore corrispondente dell'Accademia di Belle Arti di Firenze. Alfonso dovette sentire enormemente il peso e l'impegno delle responsabilità storiche derivategli dal cognome che portava e si adoperò in ogni modo per la conservazione e il recupero della memoria storica locale. Alfonso Ademollo morì in Grosseto, nella sua casa situata in Via G.Mazzini n.47, all'età di 66 anni, alle ore 20 del 20 Novembre 1895  dopo brevissima malattia, alla quale il suo corpo debilitato dalla malaria non resistette; i funerali si tennero il giorno dopo, alle ore 15; fu seppellito nel Cimitero monumentale della Misericordia di Grosseto, sotto il porticato storico detto Oratoriale, con cerimonia assai partecipata dalle cittadinanze di Grosseto, Orbetello e Porto S. Stefano e dalle Autorità civili (il Sindaco di Grosseto tenne una delle tre orazioni) e militari; la cerimonia non ebbe carattere religioso in quanto Alfonso era massone, Gran Maestro  venerabile della Loggia Ombrone, come attesta copia di un manifesto funebre in possesso della famiglia. Ivi fu posta una lapide con epigrafe incisa in sua memoria. Il testo dell'epigrafe, così come sotto riportato, si trova trascritto a penna nella pagina interna del saggio "Alessandro VI, Giulio II e Leone X nel carnevale di Roma di Alessandro Ademollo" ( C.Ademollo Editore, Firenze 1886 ). Il libro in oggetto che appartenne ad Alfonso Ademollo ( si legge nelle righe racchiuse in un cartiglio scritto a mano a fondo pagina della copertina) si trova presso la Biblioteca Chelliana di Grosseto (Riferimento MF 45 a); fu dedicato e firmato dall' autore  Alessandro Ademollo "Al caro cugino Alfonso" (senza data).
                                         
                                                       Epigrafe
                      esistente nel cimitero della Misericordia di Grosseto
                                      -------------------------------------------
          Alfonso Ademollo - nato l'8 Novembre 1829, morto il 20 Novembre 1895 -
La giovanile vigoria del suo braccio - consacrò alla patria combattendo da prode a Curtatone - Il forte e versatile ingegno - a studi severi ed assidui - di medicina, di storia, di archeologia. Gli affetti - alla famiglia che amò teneramente - e a quei concittadini i quali - la sua opera di  medico filantropo - ricorderanno sempre - con animo grato e riconoscente.
In un eloquente necrologio, scritto probabilmente a Firenze, da ritenersi sua città natale, il 10 Dicembre successivo alla data della sua morte , si legge:
"Un nuovo lutto ci ha colpiti in questi giorni. A Grosseto, dove da lunghi anni dimorava, dove godeva la stima e l'affetto universale, dove aveva trovato largo campo nei suoi studi prediletti, è morto il Cav. Dott. ALFONSO ADEMOLLO. Cittadino egregio, medico valentissimo, patriotta benemerito che combatté le prime battaglie della nazionale indipendenza, erudito ed archeologo di merito non comune, egli lascia dietro di sé larga eredità di affetti e di compianto. Ispettore dei Monumenti e degli Scavi fino dalla istituzione di questo ufficio, l'Ademollo ebbe così occasione maggiore di studiare profondamente, intimamente, nelle sue lontane memorie, nei ricordi delle glorie passate, nei monumenti di tempi per essa più fiorenti, questa Provincia di Grosseto, dov'egli aveva trascorso gran parte della sua esistenza. E dalla profondità di questi suoi studi, egli mostrò i risultati importantissimi colle molte pubblicazioni di scritti storici ed artistici che illustravano fatti, località, monumenti, ricordi. Raccolse in un volume un cenno sugli edifizi d'importanza artistica della provincia; descrisse con largo corredo di notizie storiche scientifiche, contrade, città, paesi; pubblicò la storia dell'assedio di Orbetello, una illustrazione del Monte Argentario e dette alla luce un gran numero di altri scritti sulle monete antiche raccolte nella Maremma, sopra opere d'arte ed anche intorno ad argomenti scientifici. Arte e Storia l'ebbe tra i suoi più antichi, più assidui e più affezionati collaboratori ed anche nel corrente egli non mancò di recarci il tributo dell'opera sua gradita e preziosa. La morte di Alfonso Ademollo è una perdita dolorosa per quanti ebbero occasione di apprezzare il sapere, la bontà, l'ingegno di lui ed è penosissima per noi cui manca un amico carissimo, un valoroso compagno di aspirazioni e di lotte.   G.C. "
(Scrive Goffredo Valle Ademollo nato Scansano 18 febbraio 1951: "Grazie alla collaborazione del carissimo Amedeo Ademollo, ingegnere, nato a Venezia il 13 settembre 1935, vivente in Arezzo, diretto discendente dal ramo della famiglia del fratello di Alfonso Ademollo, Claudio Pietro Paolo, e  per mezzo dei dati e delle notizie da lui fornitemi, ho potuto ricostruire con sufficiente esattezza le discendenze familiari almeno dal capostipite Stefano al suddetto Amedeo e figli anch'essi  viventi . Lo stesso Amedeo  sta ricostruendo, con particolarità di dettagli, attraverso la compilazione di schede biografiche,  l'albero genealogico della famiglia Ademollo e Ademollo Lambruschini.  E' importante sapere che il capostipite Stefano era uno dei dieci figli di quel Luigi Ademollo, famoso pittore neoclassico proveniente da Milano ( Milano 30 aprile 1746 - Firenze 11 febbraio 1849) , sposato con  Margherita Cimballi, romana. Un altro illustre figlio di Luigi e fratello di Stefano era Agostino Ademollo ( Siena ottobre 1799 - Firenze 20 giugno 1841) scrittore autore di molte opere letterarie e a carattere storico, sposato con Maddalena Gherardi;  ebbero una sola figlia di nome Giulia. Un ulteriore personaggio della famiglia, da ricordare, è senz'altro Alessandro Ademollo (Firenze 20 novembre 1826 - Firenze 22 giugno 1891) giornalista, scrittore, critico e storico di teatro. Grazie ad una dedica su un libro (la ristampa di Marietta de Ricci, il cui autore era Agostino) posta da un nipote di Alessandro, come lui si definisce, ho notizia anche di un certo Eugenio Oberti. Era professore di Storia, figlio del capitano piemontese di Cavalleria Pietro Oberti, sposato con la "Giovane e bella" Giulia Ademollo, come detto sopra, figlia unica di Agostino, magistrato").  Alla biblioteca Chelliana di Grosseto si trovano molte delle opere letterarie citate oltre ad alcuni documenti  riguardanti le suddette attività svolte da Alfonso Ademollo durante la sua operosa vita. Le istanze che oggi vengono presentate dai sottoscritti eredi  alle varie amministrazioni di quegli "Incliti" comuni ai quali Alfonso Ademollo dimostrò apertamente affetto e stima, dedicandogli il suo prezioso lavoro, vorrebbero, ritenendolo doveroso, dopo 124 anni dalla sua morte, che si provvedesse, come si è già scritto all'inizio, ad intestare almeno una lapide , una via, una piazza onorandone e perpetuandone la memoria. Grati per l'attenzione La preghiamo di  accettare i più distinti saluti


Amedeo ADEMOLLO
Goffredo VALLE ADEMOLLO

Arezzo/Grosseto 2 novembre 2019


APPENDICE A PUBBLICAZIONI DI ALFONSO ADEMOLLO:
I  PARTE dall’ anno 1869 all’anno 1878  (dall’ elenco autografo redatto di suo pugno da Alfonso)

A (EDITE)

l’idrologia maremmana in rapporto all’azione depurativa dei filtri Anno 1869 Bologna Tipi Fava e .....
L’infezione purulenta e l’efficacia in essa della cura solfitica. Anno 1869 Firenze Tipi Usigli
Considerazioni Storico - mediche sulla Maremma Toscana, monumentale opera in otto libri e ventisei capitoli, pubblicata a puntate, a partire dal primo numero, sul periodico  ebdomadario L’’OMBRONE (dal 1870 al 1873) di Grosseto che  costituisce una vera e propria etnografia della Maremma stessa.
Per la sintesi ed il contenuto dei vari libri e capitoli vedi la presentazione dell’opera nel primo numero del soprarichiamato periodico.
Scrive Alfonso in data 9 gennaio 1879: E’ qui da notarsi che la maggior parte degli articoli d’Igiene, Storia Naturale, Letteratura e Storia, Archeologia e Numismatica, di cui se può dare un elenco dettagliato che il summenzionato periodico pubblicò dal 1870 ad oggi appartengono al sottoscritto, cioè al Dott. Alfonso Ademollo.

Il Tetano traumatico e l’efficacia in esso della Cura diaforetica e sedativa  Anno 1870 Firenze tipi Usigli

Sulle condizioni igieniche della Provincia di Grosseto e sui provvedimenti da adottarsi per migliorarla- Memoria presentata al Premio Cotta Ranusino Anno 1872 Grosseto Tipi Barbarulli

Omberto Aldobrandeschi: Racconto storico maremmano del secolo XIII Anno 1873 Grosseto Tipi Barbarulli

Margherita Marsili: Racconto storico maremmano del secolo XVI Anno 1874 Grosseto Tipi Barbarulli

Enuresi notturna ed il cloralio idrato Anno 1875 Firenze Tipi Usigli

La Fillossera Devastatrice Anno 1875 Grosseto Tipi Barbarulli

Clemente il Cossano: Racconto storico maremmano del secolo I Anno 1876 Grosseto Tipi Barbarulli

L’Ornitologia Maremmana Compendio dedicato al Municipio di Grosseto Anno 1877 Grosseto Tipi Barbarulli


B (INEDITE)

Geografia, Topografia, Industrie, Commerci e Ricchezza del Suolo della Provincia di Grosseto  opera premiata al concorso Fiaschi

Acque minerali della Maremma Toscana e Balneologia Medica maremmana

Storia della Maremma Toscana

Mineralogia e Metallurgia, Botanica  e Flora, Boschi e Zoologia Maremmana

Idrografia della Maremma Toscana

Meteorologia della Maremma Toscana

Dei venti in genere e del loro dominio ed effetti nella Maremma Toscana

Della malaria, sua origine e suoi progressi nella Maremma Toscana

Del Miasma e dell’Endemia Palustre nella Maremma Toscana

Delle Bonificazioni e delle Colonie nella Maremma Toscana

Dell’igiene delle persone e dei luoghi abitati nella Maremma Toscana

Della Topografia Medica Maremmana

Pia Guastelloni e Margherita Aldobrandeschi: racconto storico maremmano dei secoli XIII e XIV (poi pubblicato nell’anno 1890 in Grosseto Tipografia dell’Ombrone NDA)

L’Assedio di Orbetello : racconto storico maremmano del secolo XVII (poi pubblicato nell’anno 1883 dalla Tipografia di Enrico Cappelli in Grosseto NDA)

Aldobrandeschi e la famiglia Aldobrandeschi (pubblicato nel corso del 1879 NDA)


II PARTE dall’anno 1879 all’anno 1895

Scavi della Serrata Martini presso Castiglione della Pescaia Relazione
Anno 1880 Grosseto Tipi Barbarulli

Escursioni per il Monte Argentario  Monografia
Anno 1880 Grosseto Tipi Barbarulli

Il lago di Orbetello nelle epoche antiche fino a noi Monografia
Anno 1881  Grosseto Tipi Barbarulli

Appunti sul colera in Maremma nell’anno 1855 Monografia
Anno 1884 Grosseto Tip E. Cappelli

Monografia Agraria della Provincia di Grosseto Monografia
Anno 1884 Roma Tip Forzani e C.

La cattedrale di Sovana: cenni storici ed artistici: Monografia
Anno 1890 Grosseto Tipografia dell’Ombrone

Diario del 1848 da Orbetello a Theresienstadt e ritorno
(redatto da Alfonso nel 1880 e pubblicato da G.Nerucci in Ricordi Storici del Battaglione Universitario Toscano alla Guerra d’Indipendenza 1848 – Prato 1891)

I Monumenti medioevali e moderni della Provincia di Grosseto Monografia
Anno 1894 Grosseto Tipografia dell’Ombrone

Igiene Studi  di Idrologia Medica Maremmana Monografia
Anno 1895 (ultima fatica di Alfonso, pubblicata a puntate sul periodico L’Ombrone nell’anno 1895)


APPENDICE NECROLOGIO  ISOLINA “L’Ombrone Anno III n.35 del 1 settembre 1872" ("Nella fresca età di 35 anni" trattasi di un errore essendo la defunta nata nel 1834)









G.C. "

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