lunedì 23 settembre 2019

L'affondamento del piroscafo"Andrea Sgarallino": più di trecento morti caduti nell'oblio

MEMORIA STORICA SCOMODA: il 22 settembre 1943 l'affondamento del piroscafo "Andrea Sgarallino" da parte degli inglesi vincitori: più di trecento morti innocenti caduti nell'oblio. i resti di molti di loro ancora giacciono in fondo al mare elbano.



 Il 22 settembre 1943 avvenne l'affondamento del piroscafo"Andrea Sgarallino". " L'episodio resta ancora oggi avvolto da un alone di mistero e costituisce comunque una memoria storica imbarazzante. Più di trecento morti scomodi . Nonostante l'armistizio con gli alleati fosse stato reso noto fin dall' 8 settembre 1943, il giorno 22 settembre un sottomarino inglese silurò lo "Sgarallino" in viaggio da Piombino a Portoferraio con centinaia di civili a bordo. E il sottomarino poi fu insignito anche con due medaglie. Nel corso dei miei studi sulla storia riguardante il territorio e la città di Piombino ho ricordato spesso, nel giorno della sua ricorrenza, la tragedia dello "Sgarallino" ed è incomprensibile il motivo per cui le Istituzioni e gli stessi storici  vogliano ignorare o dimenticare tanti morti innocenti. Alla fine di settembre del 1943 i collegamenti tra Piombino e l'Isola d'Elba erano interrotti. La popolazione elbana stava vivendo uno dei momenti più drammatici della sua storia.Dopo il bombardamento del 16 settembre il canale di Piombino fu teatro di un altro tragico avvenimento: l'affondamento dell' "Andrea Sgarallino", il più grave, in termini di vittime civili, tra quelli avvenuti nel Mediterraneo durante la seconda guerra mondiale. Il piroscafo era stato costruito dai Cantieri Orlando di Livorno nel 1929 e con i suoi 60 metri di lunghezza e 8,60 di larghezza disponeva di due ponti, due saloni e sette cabine. All'alba del 22 settembre 1943, più di trecento persone, forse quattrocento, tra militari, civili, donne e bambini, attesero lentamente in fila sulla banchina del porto di Piombino per poter salire sul piroscafo ("Facce visibilmente provate dai disagi di una lunga attesa ma felici di imbarcarsi sullo Sgarallino in partenza per l'Elba"racconterà poi Stefano Campodonico, uno dei cinque superstiti). Molti di essi ma non tutti salirono. La sagoma scura della nave si mosse adagio portandosi fuori dal porto. Dopo avere navigato quasi un'ora lo Sgarallino si trovava sottocosta in direzione di Portoferraio. Nello stesso momento stava manovrando in quel mare il sommergibile inglese "H.M.S. Uproar" al comando del Tenente di Vascello L.E. Herrick. Questo sommergibile apparteneva alla classe Unity e faceva parte della Royal Navy. Partito dall'Isola di Malta il 15 settembre, era arrivato nelle acque dell'Elba nel tardo pomeriggio del 21 settembre allo scopo di pattugliare la costa tirrenica. Il giorno dopo l'Uproar avvistò lo Sgarallino che in quel momento si trovava all'altezza di Nisporto e lanciò due siluri che in pochi secondi colpirono lo scafo del piroscafo spezzandolo in due tronconi che affondarono rapidamente., Il sommergibile inglese lasciò subito dopo la zona dirigendosi verso la costa senza prestare alcun soccorso. Solo una trentina di salme furono recuperate mentre le altre vittime, ovvero i loro resti,  ancora oggi si trovano dimenticati in fondo al mare a circa 70 metri di profondità. Quasi tutte le famiglie elbane piansero la perdita di una o più persone in questa ignobile azione di guerra rivolta verso tante persone innocenti che per la maggior parte stava rientrando a casa dopo lo sfollamento, fidando nella tregua che avrebbe dovuto seguire l'armistizio dell' 8 settembre 1943, la tragica data che vide l'Italia dividersi dando inizio a una sanguinosa guerra civile.

Goffredo Ademollo Valle