martedì 21 febbraio 2017

IL SANTUARIO DIOCESANO DI MARIA SS. ADDOLORATA del Cerreto a Sorano (Gr)

Lourdes, Fatima, Medjugorje sono noti luoghi della fede, meta di pellegrinaggi di gente proveniente
Si deve sapere che IL SANTUARIO DIOCESANO DI MARIA SS. ADDOLORATA del Cerreto a Sorano  è importante quanto LOURDES o altri luoghi della fede  ma mi chiedo e vorrei  anche chiedere alle autorità ecclesiastiche: perché è così ignorato dalla maggior parte dei credenti  e non considerato come meta di pellegrinaggio religioso? Eppure a suo tempo la Chiesa ha riconosciuto che in questo luogo si è veramente verificata l'apparizione della Madonna e che questa sia avvenuta cinque anni prima di quella di Lourdes. E' inspiegabile che anche tra gli stessi maremmani pochissimi conoscono i fatti e il luogo.Il Santuario del Cerreto si trova nel Comune di Sorano sulla strada che conduce dal centro del paese a San Quirico di Sorano. Si tramanda che nel pomeriggio del 19 maggio 1853 la pastorella Veronica Nucci, allora dodicenne, si trovava in aperta campagna, al Cerreto, insieme al fratellino Giovan Battista di otto anni; mentre le pecore pascolavano, cominciò a piovere e Veronica condusse le pecore verso una capanna, mandando avanti il fratellino a ripararsi. Così riporta lo studioso di storia locale Angelo Biondi: "All’improvviso vide in mezzo ai campi una donna genuflessa “senza sapere da dove fosse venuta”; era vestita con un abito bianco punteggiato di fiorellini rossi con una cintola nero-lucente alla vita, un manto celeste le scendeva dalla testa ai piedi e sulla testa aveva una corona d’oro con una croce in mezzo; teneva le mani aperte come in atto di supplica; la chiamò, la fece inginocchiare accanto a Lei e la invitò a pregare insieme; poi Veronica vide che piangeva e le chiese perché e lei rispose: “Piango per tanti peccatori. Vedi quanto piove? Sono più i peccati che le gocce dell’acqua che cadono. Il mio Figlio ha confitte le mani e i piedi e tiene cinque piaghe aperte. Se non si rabboniscono i peccatori, vuole mandare la fine del mondo”; poi le raccomandò: “Dì ogni giorno sette Pater Noster, Ave Maria e Gloria al Sangue Sparso, cinque Pater Noster, Ave Maria e Gloria alle cinque piaghe e sette pater Noster, Ave Maria e Gloria a me, che mi chiamo Maria Addolorata”; quindi la congedò, comandandole di dire tutto a sua madre, che avrebbe dovuto manifestare pubblicamente quanto le era avvenuto." La famiglia di Veronica era composta dal padre Antonio, la madre Maria Stella e cinque figli; essi vivevano di pastorizia, in un casale nelle vicinanze del Cerreto, insieme ad altre famiglie con lo stesso cognome, in tutto circa trenta persone. Continua Angelo Biondi: "Veronica, che per tutto il tempo passato accanto alla Madonna non era stata minimamente toccata nemmeno da una goccia di pioggia, tornata a casa trovò la mamma ammalata e non le confidò subito l’eccezionale avvenimento; lo fece il giorno dopo, in presenza di altri, che rimasero stupiti e confusi come tutti i suoi familiari. Subito la notizia dell’apparizione della Madonna si diffuse come un lampo nei paesi vicini; la mattina dopo molte persone vennero a casa di Veronica per sapere, per sentire dalla sua voce l’accaduto; ma un suo cugino prese una croce di legno, si avviò e tutti lo seguirono in silenzio; la croce venne piantata sul luogo dell’apparizione, e qui tutti notarono con stupore sul terreno molle le impronte di una persona inginocchiata. Dunque Veronica aveva detto la verità! Le autorità ecclesiastiche, dal parroco di Sorano al Vescovo di Sovana-Pitigliano, avviarono le indagini sul caso, ma nel frattempo numerose persone si recavano al Cerreto, e non passò molto tempo che arrivarono anche da lontano: da varie parti della Toscana, dalla Romagna, da Roma, da Napoli. Si rese necessario salvaguardare Veronica, che tutti volevano vedere, sentire, toccare, così fu presa la decisione, che lei accettò molto volentieri, di farla entrare nel Monastero delle Clarisse di Ischia di Castro. Qui la fanciulla con il nome di Veronica di Maria Addolorata prese i voti e visse in modo esemplare, con mansuetudine, povertà, fortezza d’animo e toccata da esperienze mistiche". Il 9 novembre 1862 Suor Veronica morì, ad appena ventuno anni, dopo mesi di infermità per varie malattie: "Dapprima un’infiammazione ai bronchi, successivamente gli ascessi alle ascelle, poi i dolori al basso ventre, febbre e inappetenza. Durante i mesi di malattia, Suor Veronica sopportò pazientemente i vari dolori con una rassegnazione ineffabile. Il giorno successivo la salma venne esposta al Monastero di Ischia di Castro e numerosi fedeli accorsi, cercarono di avere un pezzetto di abito, un fiore sparso sul feretro da custodire come reliquia. Corse voce che alcuni fedeli ammalati fossero stati guariti dopo aver ricevuto le reliquie o avendo pregato la defunta suora. Sul luogo dell' apparizione, con le elemosine dei numerosissimi fedeli che allora frequentarono il Cerreto, fu avviata la costruzione di una chiesetta, che fu completata solo nel 1864 ; divenne poi parrocchia in sostituzione dell’antica Pieve di S.Maria dell’Aquila, ormai in cattive condizioni." Sempre da Angelo Biondi: " Il flusso di pellegrini, nei primi anni consistente e continuo verso il Cerreto, si affievolì e il luogo cadde quasi nel dimenticatoio, sebbene i parroci si sforzassero di celebrare almeno localmente il giorno dell’apparizione. Solo in occasione del 125° Anniversario dell’Apparizione, nel 1978, il Vescovo Mons. Giovanni D’Ascenzi, esaminati gli atti riguardanti l’avvenimento, dichiarò Santuario Diocesano la chiesa di Maria Santissima Addolorata del Cerreto; più tardi nel 1992 furono portati nella chiesa i resti di suor Veronica Nucci, pochi mesi dopo che il santuario era stato consegnato alle monache carmelitane, per le quali, nel 2000, è stato costruito anche un convento attiguo alla chiesa; il nome significativamente è “Janua Coeli”, cioè Porta del Cielo. Sono evidenti le analogie dell’apparizione della Madonna al Cerreto con quella di Lourdes, che avvenne cinque anni dopo, l’11 febbraio 1858. Prima di tutto il contenuto penitenziale del messaggio e l’invito al pentimento e alla riparazione dei tanti peccati si riscontrano in ambedue i casi ed è simile la condizione di Veronica Nucci e di Bernadette Soubirous, fanciulle di innocenza e semplicità disarmanti, ambedue, dopo l’eccezionale esperienza, entrate in convento fino al termine della loro vita. Ma tra Lourdes e il Cerreto molto grande è la differenza riguardo alla diffusione dell’avvenimento e del messaggio; tanto più rapida, penetrante e universale è stata ed è la diffusione di quanto avvenne a Lourdes, tanto più limitata e circoscritta è stata e resta ancora la cognizione dell’apparizione del Cerreto, che dopo i primi anni, cadde nel silenzio. In realtà proprio il silenzio (poco praticato nella nostra società dai troppi rumori spesso assurdi e vuoti) sembra costituire una caratteristica essenziale del Cerreto, dove il piccolo Santuario, posto su un lieve rialzo poco più elevato dell’ampio pianoro intorno, si raggiunge seguendo un viale fiancheggiato di cipressi in mezzo al verde dei campi coperti di fiori in primavera, punteggiati di qualche casolare e di imponenti querce secolari. La natura è rimasta intatta come ai tempi di Veronica e asseconda questo luogo privilegiato, che è luogo di meditazione e di preghiera nel silenzio, a maggior ragione da quando vi sono le suore carmelitane, che hanno promosso una serie di attività religiose nella zona in questi anni e hanno visto fiorire vocazioni femminili anche dalla Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello. È una località, il Cerreto, di serenità e di pace interiore, che andrebbe visitato e scoperto da molti, a cominciare dai maremmani, i quali in maggioranza non sanno nemmeno che esista nella loro terra questo luogo, dove la Vergine è apparsa".  Tutt'oggi il Santuario della Madonna Addolorata al Cerreto rimane  inspiegabilmente un luogo abbandonato, dimenticato dai più.  "I documenti dell’epoca che testimoniano l’apparizione, la vita monastica di Suor Veronica e i prodigi fatti, sono custoditi negli archivi della curia di Acquapendente e Pitigliano". All'interno della chiesa si trova un quadro dipinto a olio su tela che rappresenta la scena dell' apparizione. E' attribuito (ed e' credibile) che sia  del pittore mancianese Pietro Aldi (Manciano, 26 luglio 1852 – Manciano, 18 maggio 1888) autore di numerose altre opere alcune delle quali si possono attualmente vedere visitando la Maremma: San Nicola di Bari, Chiesa di San Nicola, Capalbio (GR); Madonna col Bambino che consegna a san Paolo della Croce il progetto del convento (1880), Convento dei Padri Passionisti, Monte Argentario (GR); Giuramento di Ghino di Tacco, Palazzo comunale, Manciano, (GR); L’Annunciazione, 1875, Chiesa della S.S. Annunziata, Manciano. A Pitigliano inoltre si trovano due tele all’interno del Duomo, realizzate tra il 1883 e il 1885: L’imperatore Enrico IV a Canossa e La predestinazione del giovane Ildebrando. Ricordo che un'altra opera, tra le piu'  importanti, “Le ultime ore della libertà senese”  si trovava al Museo di Arte Moderna di Roma  e fu esposta anche al Palazzo presidenziale del Quirinale.
Goffredo Ademollo Valle




da tutto il mondo. Il giro di affari ovvero business, legato al turismo religioso che da molti anni  interessa queste localita', e' veramente consistente. Il santuario del Cerreto di Sorano resta invece  inspiegabilmente fuori dagli itinerari dei pellegrinaggi e dimenticato anche dalle stesse autorita' religiose; viene da chiedersi: perche'?

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